Il Dominio di terra, come si soleva dire, era suddiviso in due grandi
parti: l'una, che andava dalle coste adriatiche al fiume Mincio, e che
veniva chiamata, con riferimento alla posizione della città Dominante,
ossia di Venezia, territorio di qua dal Mincio; l'altra, che andava dal
Mincio all' Adda, veniva indicata come territorio di là dal Mincio. |
Rielaborazione degli studenti
La Repubblica veneziana, quando conquistava
un nuovo territorio, non imponeva di cambiare drasticamente il sistema
governativo: lasciava che le città venissero governate come prima della
conquista, anche se sovrapponeva l'apparato governativo formato da patrizi
veneziani. Questa scelta politica faceva apparire la Repubblica meno dura,
le creava un'immagine sicuramente positiva.
Inoltre, quando una città passava sotto il dominio della Repubblica di
Venezia, venivano fatti erigere palazzi per i governanti e nei palazzi
preesistenti venivano fatti sistemare simboli della Repubblica, in modo
da manifestare il suo potere forte e duraturo.
D.Campello IV BIN
I Veneziani proprietari terrieriI Veneziani si erano diffusi in Terraferma anche,
però, come proprietari terrieri. A coloro che già in passato vi avevano
i loro beni, se ne erano aggiunti molti altri subito dopo la conquista,
gente che aveva acquistato le terre confiscate a Scaligeri e Carraresi,
e gente che le aveva avute da privati, allettati al vendere, probabilmente,
dalle offerte dei ricchi compratori. |
Gaspar van Wittel, Il bacino di San Marco, 1697 |
I Veneziani non si limitavano
ad acquistare terre, ma costruivano, o comperavano, vicino ad esse, case
ove abitare, per seguire da vicino le attività che vi si svolgevano, nonché
per il piacere di vivere in campagna. La villa, come dimora di campagna,
era dalla metà del Quattrocento un fenomeno architettonico comune a tutta
Italia, espressione del mutamento di rapporti in atto tra la città e la
campagna, la città, cioè, che si appropriava culturalmente, oltre che
economicamente, della campagna.
Particolarità del Veneto, è stato scritto, è che qui tale fenomeno si
rivelerà fatto generale e irreversibile finendo per caratterizzare un
intero ciclo di civiltà.
Antonio Canal detto Canaletto, Il campo di Rialto, 1758 |
La trasformazione della Repubblica nell'architettura rinascimentaleNel Cinquecento, in tutta Italia e in vari stati europei, si assiste
all’ascesa della nobiltà, che interessa dunque anche Venezia e il suo
Dominio di Terraferma. L'accentuato valore politico della famiglia, il
senso dell’”onore”, inteso soprattutto come esteriore riconoscimento e
rappresentazione del grado sociale, il disprezzo per la mercatura e per
le 'arti meccaniche', e di contro l'esaltazione dell'agricoltura, o meglio
del possesso fondiario sulla rendita, sono concezioni e idealità affermatesi
allora tra la nobiltà: inoltre, dall'incontro tra esse e la cultura umanistica
era nato il mecenatismo delle grandi famiglie nobili, che doveva dare
una così forte impronta di sé all'architettura veneta dell'età moderna.
Nel periodo intorno alla metà del Cinquecento, Iacopo Sansovino, Andrea
Palladio e Michele Sammicheli interpreteranno, dandole una connotazione
formale, sul piano architettonico ed urbanistico, questa trasformazione
in atto nella Repubblica. |
Rielaborazione degli studenti
Dopo la terribile sconfitta di Agnadello (1509), Venezia, nonostante si trovasse in un profondo stato di crisi, cercò di risollevarsi mutando
la sua politica estera e, dopo aver recuperato i territori perduti, abbandonò le sue mire espansionistiche.
Venezia cercò quindi di raffrozare il proprio potere, mantenendo la pace: si sentiva perciò stimolata ad esaltare
la sua grandezza.
M.Bottacin, D.Campello, S.Marcato, M.Nalon, classe IV BInf
Venezia utilizzò l'architettura rinascimentale, che si basava su quella
dell'antichità classica, per esprimere l' immagine che voleva dare di sè:
in questi anni Venezia si trasformò in una piccola Roma, mostrando la sua
potenza e grandezza ai territori della terraferma, la cui classe dirigente,
tuttavia, partecipò in prima persona alla creazione di questa immagine.
F.Galesi, L.Gazzato, E.Girotto, D.Masiero, A.Menti classe IV BInf
Quello che reggerà il governo della Repubblica, dall'inizio del '600 alla fine del '700, che siederà nei suoi consessi e reggerà le magistrature della Città e della Terraferma e dei superstiti domini di mare, che la rappresenterà presso principi stranieri, è dunque un tipo di nobile nuovo. La nobiltà seicentesca e settecentesca si è formata in quel processo di simbiosi tra la terraferma di qua dal Mincio e la città lagunare, iniziato all'epoca della conquista e che continuerà sino al cadere della Repubblica.
Brani tratti da G.Cozzi, Ambiente veneziano,
ambiente veneto. Governanti e governati nel dominio di qua dal Mincio
nei secoli XV-XVIII, in Storia della cultura veneta. Il Settecento,
v.4/II, pp.495-528