PROSPETTIVA - dal latino “perspicere”- vedere chiaramente

Dipinto della Casa di Augusto
Stanza delle maschere
Roma.




La prospettiva è un artificio grafico per rappresentare su una superficie bidimensionale un corpo tridimensionale consentendo di riprodurre più efficacemente la realtà. In epoca romana sono frequenti, nella pittura parietale, rappresentazioni prospettiche puramente intuitive di edifici e di ambienti.

Per secoli l’arte medievale ignorò la rappresentazione naturalistica ed oggettiva, solo agli inizi del Trecento riemerse il desiderio di collocare la figura umana in uno spazio misurabile. Determinante fu il contributo di Giotto che riuscì a “dare volume” ai suoi personaggi collocandoli in ambienti sempre più definiti e a Padova dipinse dei coretti, probabilmente scorciati a occhio, che si aprono come spazi reali e abitabili.

Giotto
La Giustizia, 1303-05
Padova, cappella degli Scrovegni.

                

Giotto
L’Ingiustizia, 1303-05
Padova, cappella degli Scrovegni.


Coretto.

                 

Giotto
Cappella degli Scrovegni, 1303-1305
Padova.

Solo nel 1400, quando l’uomo si sente padrone del proprio destino e si pone al centro del mondo consapevole del suo ruolo nella storia, nasce l’esigenza di indagare la natura con atteggiamento scientifico. In questo clima Filippo Brunelleschi elabora un vero e proprio sistema prospettico razionale fondato sulla geometria, operando così il salto dalla dimensione sensoriale a quella intellettuale. I calcoli matematici diventano quindi strumenti per indagare e dominare lo spazio. Questo accade a Firenze, la città dove prende avvio il "rinascimento" quella stagione ricca di scoperte ma anche di riscoperte legate al desiderio di tornare ai valori etici, politici e culturali attribuiti alla civiltà antica e la classicità greco-romana diventa modello per la nuova realtà da creare. Oggetti, edifici, piazze vennero disegnate in prospettiva fino a dar luogo a un vero e proprio filone artistico che ha la sua più complessa e sublime espressione nella “città ideale”.

Attribuito a Francesco di Giorgio Martini o a Francesco Laurana
Città ideale, 1480-1490
Tempera su tavola, 60-200 cm
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche.

L’immagine radiografica evidenzia in bianco il reticolo di linee incise sulla superficie della preparazione. Ipotizzabile la mano di Leon Battista Alberti.

La prospettiva lineare si basa sul principio della piramide visiva dove il vertice corrisponde all’occhio dell’osservatore che è collocato generalmente al centro della scena. Immaginiamo che il piano di proiezione, posto tra l’oggetto e l’osservatore, sia trasparente: quando i raggi visivi lo incontrano tracciano su di esso la proiezione rimpicciolita dell’oggetto La scatola prospettica permette di definire in modo scientifico le esatte proporzioni degli elementi in essa presenti.

Disegno prospettico

     

Scatola prospettica


Paolo Uccello
Il miracolo dell’ostia, 1469
Particolare
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche.