BAROCCO - Il mondo come spettacolo

L’architettura barocca si esprime attraverso

  • linee curve
  • plastici e dinamici movimenti di masse e di luce
  • affascinanti effetti prospettici e scenografici.
  • Falsi archi di trionfo e false facciate, all’insegna del travestimento, esaltano un’architettura effimera.

Quando nel 1630 scoppia la peste che uccide un quarto della popolazione, il doge Nicolò Contarini pronuncia nella basilica di San Marco il solenne voto di erigere un tempio alla Vergine per allontanare il flagello. Tra gli undici progetti presentati viene scelto quello di Baldassarre Longhena che lo consacra tra i massimi architetti italiani. L'architettura doveva rappresentare il simbolo visivo della rinascita della città-repubblicana che ha vinto la Morte e che nel confronto politico con la Roma papale afferma l'autonomia dello stato nei rapporti con la chiesa. Di qui la richiesta esplicita di pompa e magnificenza. opposta a quella formulata nel 1576 per il Redentore, dove era stata richiesta la sobrietà e la solidità. All'architetto la Repubblica chiedeva che l'occhio potesse sin dall'ingresso dominare tutto lo spazio del tempio, che la luminosità fosse adeguata e omogeneamente diffusa. La commissione indicò la preferenza per una pianta centrale, novità assoluta in Venezia, e Longhena elaborò appunto il modello di una chiesa "in forma rotonda".

Baldassarre Longhena
Chiesa di Santa Maria della Salute, 1631-81
Venezia, Dorsoduro.

La chiesa a pianta ottagonale, preceduta da una solenne gradinata, si erge teatralmente su un alto palco come stupefacente scenografia di volumi e, nella sua forma di "corona", indica un'importante similitudine con la corona della Vergine, emblema di vittoria. La costruzione, perimetralmente scandita dai prospetti delle sei cappelle, presenta una grandiosa facciata dalle reminiscenze palladiane sulla quale domina, circondata da uno stuolo di statue, la grande cupola sostenuta da otto robusti pilastri e da eleganti volute a spirale. L'interno a pianta centrale svolge la sua funzione celebrativa nelle annuali processioni in occasione della “festa della Salute”, tuttora molto sentita dai Veneziani.

Opposto all'ingresso principale è posto l’altare maggiore, opera del Longhena, dove è custodita una splendida icona bizantina con l'Immagine della Vergine. Il complesso scenario plastico, dall'intensa emotività compositiva, è opera di Le Court e rappresenta Venezia inginocchiata davanti alla Madonna in gloria nell'atto di allontanare la peste alla presenza di san Marco e Lorenzo Giustinian.

Interno e pianta.

                 

Altare.



Impostata su un lembo di terra, tra cielo e acqua, la chiesa sottolinea l’importanza di quella striscia di terra che porta alla dogana, eretta, alla fine del ‘600 da Giuseppe Benoni, dove prima si elevava una torre merlata che faceva parte del sistema difensivo della città contro le incursioni dei pirati. Dietro si aprivano i Magazzini dei depositi della Dogana.

Luca Carlevarijs
Il ponte votivo per la festività della Madonna della Salute, 1720 ca.
Hartford, The Wadsworth Atheneum.

Bernardo Bellotto
Il Canal grande dal campo Santa Maria del Giglio
con la Salute
, 1743-44
Particolare
Malibu (Los Angeles), The J. Paul Getty Museum.

                                                 

Particolare fotografico.



Baldassarre Longhena, Antonio Gaspari
Ca’ Pesaro, 1652-82, 1703-10
Venezia, Santa Croce.

L'imponente edificio, commissionato dal doge Giovanni Pesaro, accorpa tre edifici distinti. Longhena realizzò nelle facciate suggestivi giochi coloristici dovuti sia all'uso del bugnato al piano terreno, impiegando conci a forma di diamante volutamente non levigati, sia all'abbondanza di colonne. La decisa rientranza delle finestre, rispetto al piano della facciata, dà vita a vibrazioni pittoriche chiaroscurali e l’esuberanza barocca si esprime nella commistione di scultura e architettura: i mascheroni di mostri del piano terreno sottolineano l’emergere del palazzo dall’acqua.

Mascheroni.



La nuova poetica barocca fece dell’illusione, della finzione i mezzi per proporre con l’arte una seconda realtà. Gli artisti, facendo uso dello scorcio e della prospettiva per suggerire spazi infiniti, concepirono grandi decorazioni che esaltavano i valori emotivi, psicologici e spettacolari dell’opera d’arte. Persuasione e fascinazione furono i segni principali del linguaggio barocco che rispondeva perfettamente alle esigenze della chiesa, impegnata a raggiungere il vasto pubblico dei fedeli.

Pietro Ricchi e Antonio Torri
Soffitto di Sant’Alvise, nel corso del ‘600
Venezia, Cannaregio.

                                 

Antonio Fiumani
Soffitto di San Pantalon, 1680-1704
Venezia, Dorsoduro.



Qualche secolo dopo Escher, attraverso la prospettiva rappresenterà lo spazio contemporaneamente da tre punti di vista procurando allo spettatore quel disorientante senso di vertigine tanto ricercato dagli artisti barocchi.

Maurits Cornelius Escher
Altro mondo II, 1947
Xilografia, 31,5 x 26 cm