GIAMBATTISTA TIEPOLO

La pittura veneziana visse nel Settecento un’ultima grande stagione di straordinaria fioritura, assumendo un ruolo di indiscutibile prestigio in tutta Europa. Al mecenatismo di stato subentrò quello dei privati, effettivi detentori del potere economico: gli ordini religiosi e l’aristocrazia, di lontana o di recente formazione. E nell’iconografia celebrativa alla glorificazione della Repubblica si sostituì quella delle singole famiglie che affidavano ai pittori, primo fra tutti Tiepolo che rappresenta per eccellenza il secolo, l’esaltazione dei propri fasti e la ricostruzione di antiche e nobili ascendenze. I palazzi acquistano un’eleganza più semplice, classicheggiante nella facciata, mentre l’interno stupisce per l’arredo rococò che coinvolge l’intero ambiente: specchi, stucchi, mobilio, affreschi, tutto è pensato per abbellire con ritmi svolazzanti e curvilinei ambienti di un lusso sfrenato e, accanto ai grandi saloni di rappresentanza, nascono salottini intimi e accoglienti dove ricevere.

Giambattista Tiepolo
Salone da ballo, 1746-48
Affreschi
Venezia, Palazzo Labia.


Nella sua vasta produzione Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770) recupera l’ingente patrimonio della monumentale pittura di Veronese per ricreare un mondo spettacolare dove gli spazi si dilatano all’infinito, sfruttando al massimo le possibilità della scienza prospettica, ma soprattutto manipolando con tecnica sapiente il dosaggio e la distribuzione della luce, sempre di un intensità assoluta, solare. Per quel colore-luce così delicato, irreale, luminosissimo, dovuto all’uso dei complementari e delle ombre colorate, sarà riconosciuto dai contemporanei come il “Veronese redivivo”.


Giambattista Tiepolo
Apoteosi della famiglia Pisani, 1761-62
Affresco, 23,50 x 13,50 m
Strà (Venezia), Villa Pisani.

      

Giambattista Tiepolo
La Nobiltà e la Virtù abbattono la Perfidia, 1744-45
Olio su tela, 280 x 420 cm
Particolare
Venezia, Ca' Rezzonico.

Un vero e proprio omaggio al Veronese è il comparto centrale del soffitto della chiesa dei Gesuati.


Giambattista Tiepolo
Istituzione del rosario, 1737-39
Venezia, Gesuati.

                                

Paolo Veronese
Assunzione della Vergine, 1558 ca.
Venezia, Santi Giovanni e Paolo.



Anche nei pennacchi realizzati per la chiesa degli Scalzi, conservati alle Gallerie dell’Accademia dopo il bombardamento austriaco che nella notte del 28 ottobre 1915 distrusse il soffitto dell’edificio, vi è un chiaro richiamo alle soluzioni adottate da Veronese. L’artista rappresenta alcuni fedeli in abiti cinquecenteschi mentre assistono al miracolo del Trasporto della Santa Casa di Loreto, dipinto che occupava l’intera volta e del quale si conserva un bozzetto. Il vivace cromatismo delle vesti risalta sulle nitide superfici delle finte architetture creando un effetto teatrale.


Giambattista Tiepolo
Pennacchio, 1745 ca.
Affresco staccato, 400 x 198 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia.

Giambattista Tiepolo
Trasporto della Santa Casa di Loreto, 1745 ca.
Olio su tela, 124 x 85 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia.

Giambattista Tiepolo
Pennacchio, 1745 ca.
Affresco staccato, 400 x 186 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia.



Paolo Veronese
Giustiniana Giustiniani e la sua nutrice, 1561-62
Maser (Treviso), Villa Barbaro.