La pala d’altare: il termine pala deriva forse dall’italiano palese - ciò che è evidente

Nel Quattrocento al complesso apparato del polittico, strutturato in una sequenza di scene o di figure, si comincia a preferire una tavola unica - di forma quadrata o rettangolare – contenuta nella cornice architettonica dell’altare. Questo espediente, oltre ad accentuare la profondità dello spazio pittorico, contribuiva ad unificare illusoriamente lo spazio dipinto a quello reale.
L’immagine devozionale, grazie alla prospettiva, riunisce in un ambiente unitario i personaggi posti in reciproca relazione. Queste composizioni sono spesso definite “sacre conversazioni” e il dialogo tutto spirituale che intercorre tra i personaggi è fatto di gesti e di sguardi.
La figura principale, posta al centro di una struttura architettonica rinascimentale, è generalmente la Madonna attorniata da santi disposti nello spazio simmetricamente e a semicerchio, quasi a simulare o a sottolineare un vano absidale.
Ad essi il committente rivolge preghiere d’intercessione per la propria salvezza.

Piero della Francesca
Sacra Conversazione, 1472-74
olio e tempera su tavola, 251 x 172 cm
Milano, Pinacoteca di Brera.

                

Giovanni Bellini
Pala di San Giobbe, 1487
olio su tavola, 471 x 258 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia.

                    

Cinema e arte

Pier Paolo Pasolini, uno dei registi più attenti alla cultura artistica, si è ispirato alla Deposizione di Pontormo nel realizzare il tableau vivant utilizzato nell’episodio La ricotta contenuto nel film RO.GO.PA.G. del 1963.

Pier Paolo Pasolini
Fotogramma.


Iacopo Pontormo
Deposizione della croce, 1525-28
tavola, 313 x 196 cm
Firenze, Santa Felicita.