Carlo Carrà (1881-1966): «noi porremo lo spettatore nel centro del quadro»
Protagonista del movimento futurista dal 1910 al 1916, Carrà teorizza - nel manifesto La pittura dei suoni, rumori e odori del 1913 - l’aspirazione a un’arte globale che possa esprimere tutte le sensazioni. L’artista, attraverso linee in movimento e un colore denso, rappresenta quel vortice di emozioni che si accumulano nell’animo.
A Milano, durante gli scontri seguiti allo sciopero del 1904 – il primo sciopero generale -, era stato ucciso l’anarchico Galli, nonostante l’ordine trasmesso ai Prefetti di non usare le armi contro le proteste dei contadini e degli operai. Durante il funerale altri violenti scontri si verificarono tra le forze dell’ordine e la folla. Carrà scrive:
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«Vedevo innanzi a me la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; vedevo i cavalli imbizzarrirsi, i bastoni e le lance urtarsi, sì che a me parve che la salma avesse a cadere da un momento all’altro in terra e i cavalli la calpestassero.
Carrà realizza il dipinto sette anni dopo l’accaduto. |
Studio per “I funerali dell’anarchico Galli”, 1910
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«Questo ribollimento o turbine di forme e di luci sonore, rumorose e odoranti è stato reso in parte, da me nel “Funerale anarchico”» scrive Carrà nel suo manifesto del 1913. La folla in tumulto, animata da tensioni e passioni, è rappresentata attraverso un moltiplicarsi indefinito di linee: forme taglienti e aguzze, urto di segmenti, ripetizione di volumi. Il ritmo è convulso, i colori sono cupi, un sole infuocato genera ombre tagliate da lame di luce. |
I funerali dell’anarchico Galli, 1911
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L’interventismo, promosso da Marinetti, coinvolge i pittori futuristi che vengono anche arrestati nel corso di alcune manifestazioni. 11. punto programmatico del manifesto marinettiano «Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole dei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte; le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta». |
Ritratto di Marinetti, 1910-11
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La ricerca dell’interazione sensoriale porta Carrà ad esprimere in un collage il suo stato d’animo interventista. L’opera, riprendendo il “paroliberismo” proposto da Marinetti, si presenta come un testo sonoro, visivo e tattile, diversi sono infatti i materiali usati: carta di giornale, pietra mica, spaghi e tempera. L’autore affermò di aver voluto rappresentare il volteggiare nell'aria dei volantini lanciati da un aereo su Piazza Duomo a Milano e quel ritmo vorticoso suggerisce l’onda sonora che si diffonde nell’aria. Tra le tante parole “in libertà”, tutte espressione del pensiero futurista, vi si legge: " Zang Tumb Tumb / sirene / rumori / strada / evviva il re / evviva l'esercito”. |
Manifestazione interventista, 1914
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La Pop Art reinterpreta…
![]() Carlo Carrà
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![]() Roy Lichtenstein
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