Ritratto di spalla
Prototipo del cosiddetto “ritratto di spalla” è la Dama dell’ermellino.
«La bella e colta favorita di Ludovico Sforza, Cecilia Gallerani, appare a mezza figura. Vista di tre quarti verso sinistra, si volta a guardare fuori campo a destra, il volto esposto alla luce che scende sulla spalla e sul candore dell’ermellino da lei tenuto in braccio come un gatto, lo sguardo intenso e appena assorto, le labbra appena sfiorate dal sorriso. Nei lineamenti della donna si riflette il carattere araldico del felino, emblema che Ludovico aveva adottato nel 1489. Ed è così che dalle affinità elettive si arriva al “rebus”: il nome greco dell’animale, “galé”, allude al nobile casato della dama» (Pedretti 2005, p. 17).
Anche la Belle Ferronnière - probabile ritratto di Lucrezia Crivelli che succedette alla Gallerani nelle grazie di Ludovico - è posta di tre quarti su fondo scuro. La dama, sembra affacciarsi alla finestra o guardare i propri vicini stando seduta nel palco di un teatro, ciò che colpisce è la magnetica fissità degli occhi.
![]() Dama dell’ermellino, 1488-1490
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![]() La Belle Ferronnière, 1495-1498
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La stessa impostazione spaziale, ma con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, la si riconosce nell’angelo della Vergine delle rocce, formula ripresa dal disegno di Torino.
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![]() Vergine delle rocce, 1483 ca.
Ritratto di fanciulla vista di spalla, 1483 ca.
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Odierne citazioni
Di ispirazione leonardesca sono questi ritratti fotografici della ceca Jitka Hanzlovà.
Se i dipinti di Leonardo si affacciano su un mondo illusorio che sta dietro il quadro, ma che ci sembra vero, la fotografia si pone come una rappresentazione immediata. Non c’è più l’illusione di realtà creata dalla mano del pittore, bensì lo sguardo, che in un preciso istante, ha impressionato la lastra fotografica.
![]() Jitka Hanzlovà
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![]() Jitka Hanzlovà
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