«La Pop Art ebbe un successo immediato in tutto il mondo; la facilità, la piacevolezza, la semplicità della poetica, insieme al fatto che gli Stati Uniti, agli inizi degli anni sessanta –Kennedy e il rock’ n’ roll, il benessere e la speranza -, venivano ritenuti il modello cui il mondo occidentale si sarebbe dovuto uniformare nel giro di pochi anni, diffusero la Pop Art ovunque, soprattutto dopo la sua presentazione in grande stile alla Biennale di Venezia del 1964». (Zuffi 2006, p. 273)
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Andy Warhol
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Non vi è critica sociale, anzi gli esponenti della pop americana si inseriscono nel processo di produzione, esaltando le immagini della società dei consumi.
Andy Warhol
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Andy Warhol
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Warhol è l’AmericaNel 1949 inizia a lavorare a New York come vetrinista e grafico pubblicitario presso alcune riviste: “Vogue”, “Glamour”, “Harper’s Bazaar”. Negli anni Sessanta si propone come artista indipendente e, conservando i procedimenti produttivi e le strategie di mercato della pubblicità, trasformerà l’idea di originalità dell’opera a favore di un’arte accessibile e comprensibile a tutti, al pari di qualsiasi altra merce. In questa ottica, aprirà una factory produttrice di opere d’arte confezionate. «[…] Per Warhol fare “arte” è un lavoro come un altro. Ama considerarsi un artista “a spazio”, pagato non per il successo personale bensì per il tempo di lavorazione impiegato per il lavoro prodotto; come quando disegnava scarpe per la pubblicità ed era pagato un tanto a disegno». (Tansini 1995)
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Andy Warhol
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Warhol propone la spettacolirizzazione della società dei consumi dove le immagini creano il mito che a sua volta crea l’immagine.
Puntuale indagatore della realtà dei nostri giorni, «[…] è diventato famoso proprio grazie alla Commercial art, dalla quale ha avuto soldi e riconoscimenti, e che non ha mai rinnegato in nome di una forma d’arte “superiore”». (Tansini 1995)
Curiosa è la borsa prodotta nel 2008: il barattolo della Nutella è la versione italiana della Campbell's Soup. |