VILLA ALMERICO CAPRA detta "La Rotonda"

Palladio, oltre 1400 anni dopo, riprende i concetti di Plinio nel descrivere il luogo circostante alla sua villa Rotonda:

«Il sito è de gli ameni, e dilettevoli che si possono ritrovare: perché è sopra un monticello di ascesa facilissima, è da un parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall’altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l’aspetto di un molto grande Theatro, e sono tutti coltivati, abbondanti di frutti eccellentissimi, di buonissime viti. Onde perché gode da ogni parte di bellissime viste, delle quali alcune sono terminate, alcune più lontane, altre, che terminano con l’Orizonte […]». (Palladio 1580, libro II, p. 18)

Iniziata nel 1566
Vicenza.

La villa-tempio, residenza suburbana del canonico umanista Paolo Almerico Capra, sorge isolata sulla cima di un piccolo colle e domina il paesaggio con la sua olimpica bellezza. Orientata con gli spigoli verso i quattro punti cardinali, si presenta come un volume – cubo e sfera – dalle facciate perfettamente identiche. I quattro pronai ionici, popolati da immagini di antiche divinità, si innalzano simmetricamente su alte scalinate.
Nel Rinascimento il collezionismo delle monete antiche era diffuso e condiviso dagli studiosi, e forse anche Palladio ne subì il fascino: lo sesterzio di Tiberio, non portando nessuna iscrizione che lo identifichi come tempio, può essere stato interpretato dall’architetto come residenza imperiale.

Anonimo
Sesterzio di Tiberio, 36-38 d.C.
Verona, Musei Civici d’Arte e Monumenti.

Planimetria del piano nobile
(G. D’Agaro e M. Tarlà, 1960).