ARQUÀ PETRARCA«Mi sono costruito sui colli Euganei una piccola casa, decorosa e nobile; qui conduco in pace gli ultimi anni della mia vita, ricordando e abbracciando con tenace memoria gli amici assenti o defunti». (Petrarca, Senili XIII, 8, lettera a Matteo Longo, 6 gennaio 1371) «Fuggo la città come ergastolo e scelgo di abitare in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo». (Petrarca, Var.15, lettera a Francesco Bruni, 24 maggio 1371)
Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374), il cui amore per i classici preannuncia il sorgere dell’Umanesimo, tra il 1369 e il 1370 si fece riadattare una casa a due piani adeguandola alle proprie esigenze e seguendo personalmente i lavori. Circondata da alberi e vigne da lui stesso piantati, presentava il giardino sul davanti e il brolo sul retro. Questa sua concezione del vivere in campagna certamente influenzò la cultura umanistica veneta.
Alla metà del Cinquecento furono aggiunte dal nuovo proprietario, Paolo Valdezocco, la loggetta esterna e la scala che conduce al primo piano. |
Anonimo
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