LE VILLE MEDICEE |
Con il termine Rinascimento, coniato nell’Ottocento, si indica quella stagione ricca di scoperte ma anche di riscoperte legate al desiderio di tornare ai valori etici, politici e culturali attribuiti alla civiltà classica. Questo nuovo linguaggio prende avvio a Firenze dove la corte medicea aspira a ricreare il clima democratico dell’Atene del V secolo a.C. e questo favorisce il fiorire delle arti.
- Gli intellettuali riscoprono la letteratura latina - Humanae litterae, da cui il termine Umanesimo, alla quale attribuiscono la capacità di formare l’essere umano.
- Il linguaggio dell’architettura recupera la classicità greco-romana. I calcoli matematici diventano strumenti per indagare e dominare lo spazio. “Bello” appare l’equilibrio, l’accordo tra le singole parti e il tutto.
Nel Quattrocento le prime residenze degne di essere chiamate ville sono quelle progettate in Toscana per i Medici. Queste, in un felice compromesso tra il nuovo e il vecchio attuato da Michelozzo, presentano una suddivisione razionale degli spazi pur mantenendo gli elementi appartenenti alla tradizione del castello: torri e merlature. Uno dei migliori esempi è la Villa di Cafaggiolo (1451 ca.) nota nel suo aspetto originario grazie a un dipinto cinquecentesco del fiammingo Giusto Hutens. |
Da questa tradizione si discosta la villa di campagna di Poggio a Caiano (1485-1513), voluta da Lorenzo de’ Medici e destinata principalmente all’otium. Situata sul pendio di una collina, come molte ville imperiali romane, è circondata da un vasto parco. L’edificio, affidato a Giuliano da Sangallo, si innalza sopra una piattaforma quadrata modellata sui portici dei templi romani. La massiccia facciata è caratterizzata da un pronao classico, ad essa addossato, ripreso poi spesso nelle ville palladiane. La villa appare nel suo aspetto originario nel dipinto di Giusto Hutens. |
Giusto Hutens
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