G.D.Tiepolo, Passeggiata estiva, Villa Valmarana ai nani, foresteria |
La "Gazzetta veneta" (febbraio 1760-gennaio 1761), periodico creato da
Gasparo Gozzi, si proponeva di rispondere all'esigenza di seguire ed illustrare
la vita cittadina, nelle sue novità culturali come nella sua cronaca minuta,
narrando fatti e rispondendo a domande curiose, pubblicando aneddoti e
alternando novelle con apologhi. |
"L'Osservatore veneto"Con la creazione di "L'Osservatore veneto", Gozzi cercò di dare vita (sul modello dell'inglese "The Spectator"), a un periodico diverso, ricco di argomenti e di soluzioni letterarie e privo di informazioni spicciole e mercantili. Il foglio accolse così, oltre a rari articoli di attualità e di polemica letteraria e teatrale e a qualche componimento in versi, prose, per lo più brevi, di fantasia.
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Scuola di Pietro Falca detto Longhi, Merenda in campagna, XVIII sec. |
Le pagine migliori del Gozzi, quelle che più s’imprimono nella memoria, nascono dallo studio del diverso reagire degli uomini quando vengono a contatto tra loro: il rapidissimo e leggero profilo iniziale che accenna i lineamenti delle diverse persone, si precisa solo nell’incontro, di una luce reciproca. Ma in Gozzi il profilo non diventa figura: come non gli interessava la natura, così si potrebbe dire che, in sé considerato e preso, non gli interessasse neppure l’uomo. I «ritratti» pubblicati dall’Osservatore sono, e tali vogliono essere, tipi e non figure; e gli uomini e le donne che si susseguono nei fatti narrati dai giornali gozziani, vi stanno sempre in funzione di un quadro di cui essi sono solo parti e momenti ben fusi.
Scuola di Pietro Falca detto Longhi, Pranzo in villa, XVIII sec. |
Non era solo una contingente difesa dalle
possibili molestie dei potenti e dal pericolo della censura, che induceva
il Gozzi a rivendicare alla sua satira un carattere tipico e non sociale,
non legato alle particolari condizioni del «proprio paese». «Io ci giocherei
la mia vita contro un morso di berlingozzo, che quanto io ho detto ne’
passati fogli sino al presente, si potrebbe così bene adattare a tutti
gli uomini antichi, come i miei malevoli cercano di adattarlo ai presenti;
e coloro che verranno potranno benissimo adattarlo ai tempi loro», si
che adirarsi col giornalista, sarebbe non meno vana cosa che «avere collera
contro a Terenzio, contro a Plauto, contro Orazio e Giovenale». Rielaborazione da M.Berengo, Introduzione, in Giornali veneziani del Settecento, Milano, 1962 |