Gasparo Gozzi |
Gasparo Gozzi (Venezia, 1713-Padova, 1786), nato da famiglia nobile e
agiata, frequentò il Collegio dei padri Somaschi a Murano ed entrò
poi in contatto con l'ambiente arcadico veneziano, avviandosi a studi
letterari. Continue difficoltà finanziarie lo costrinsero a guadagnarsi
la vita con il "mestiere" di letterato: compose su ordinazione versioni
e rifacimenti di opere straniere. Sintesi tratta da R.Ceserani, L.De Federicis, Il materiale e l'immaginario, v.VI |
Il rapporto con Marco FoscariniA Stelio Mastraca, 1756 |
Marco Foscarini |
Villa Foscarini Negrelli Rossi, Stra |
La villeggiatura con Marco FoscariniAll'abate Gasparo Patriarchi, 1744 |
Alla signora Mastraca, 18 giugno 1756 Lettere tratte da Gasparo Gozzi, Scritti, v.III, Firenze, 1849 |
Villa Foscarini Erizzo, Pontelongo |
Dedica delle Lettere diverse, 1750A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR MARCO FOSCARINI Cavaliere e Procuratore di
San Marco Gasparo Gozzi, Opere, v.XIII, Padova, 1820 |
Foresteria di Villa Foscarini Negrelli Rossi |
Villa Foscarini Erizzo a Pontelongo |
LXXI, Villa fantasticaUna bella e piacevole villetta mi fu a questi giorni apparecchiata dalla
fantasia, mentre che ognuno uscito dalla città si gode l'aria serena e
aperta della campagna. |
Spiegano
all'aria le loro verdi fronde i cedri, gli aranci, e spargono soavissimo
odore di fiori, e allettano gli occhi con la quantità delle frutte. Ed
ecco che le barche approdano co' padroni, si abbaruffano i servi a portare
e a far portare le masserizie; si va a' giardini, si passeggia; si ritorna
alle stanze, si giuoca, si scherza, si ride, si mangia, si dorme; e tutt'i
pensieri sembrano fuggiti da' cervelli, nè altro si aggira intorno fuorchè
contentezza e diletto. Tutte queste cose parecchi giorni mi stettero fisse
e salde nel capo, nè di là si poteano mai partire, dolendomi io grandemente
che le mie faccende mi togliessero cotanto diletto, e quasi mi legassero
quale schiavo alla catena.
Per più farmi disperare, ebbi a tutti questi
giorni da' cortesissimi spiriti i più grati inviti del mondo. Vieni. Che
vuoi far tu sempre penzoloni sopra que' tuoi mortiferi libri? Poi quando
anch'egli ti toccasse il capriccio di leggere o scrivere, non credi tu
che si possa? Molto maggiore e più largo campo ti darà di farlo quella
solitudine, quel silenzio.
E poi non sai tu che più utile si trova il
cervello chi di tempo in tempo qualche sollazzo gli dà, che colui il quale
lo tien teso sempre nelle applicazioni e tra le fatiche? - Io mi scusava,
adduceva le mie ragioni, ringraziava, faceva inchini, e mi partiva di
là dolendomi fra me amaramente di non poter accettare così belle cortesie;
e, ingrognato e solo, rivolgeva per mente quel buon tempo ch'io perdeva.
Ma il sonno mi compensò in parte de' passati rammarichi, e mi apparecchiò
innanzi quello che scriverò qui sotto.
Gasparo Gozzi, Prose varie, Milano, 1849
La critica ai borghesi.Nel sermone Della villeggiatura, Gasparo Gozzi affronta il tema
dei borghesi che imitano lo stile di vita dei nobili e li condanna con
un'ironia moralistica che ricorda molto quella goldoniana delle Smanie
per la villeggiatura: Gasparo Gozzi, Opere, v.XIII, Padova, 1820 |
G.D.Tiepolo, Passeggiata invernale, Villa Valmarana ai nani, foresteria |